Un ragazzo e una ragazza cercano risposte sull’amore con la veemenza di un gioco, con la tenacia della preghiera. Sospesi nel tempo, viaggiano tra il ricordo e l’immaginazione dell’altro, in un alternarsi di ruoli tra narratore e interprete. Affrontano luci ed ombre con voce, corpo, equilibri precari ed elementi scenici che si rivelano a tutti gli effetti parte del discorso narrativo. Semi che portano domande, una sedia che diventa percorso e un tavolo che racconta incertezze e fragilità.
In un immaginario che unisce la liricità del sogno, la brutalità dell’abitudine e l’inevitabilità della rottura, raccontano il saper aspettare, riconoscersi, allontanarsi e forse ritrovarsi.

Su Un po’ di più hanno detto:
“La storia fa commuovere, stupisce, lascia interdetti e impreparati ad un insieme di così tanta bellezza interpretativa.”
Il Foyer
“Questo spettacolo può essere definito semplicemente “bello””
“Fuori da ogni categoria, ma teatralmente potente sotto qualsiasi punto di vista.”
Brainstorming Culturale
“Di gran lunga il mio preferito, per l’utilizzo dei corpi e degli oggetti e per l’originalità
e potenza delle immagini costruite”
Fatti di teatro
“Un lavoro toccante, la vera sorpresa della serata” Gaia Italia