Liberamente ispirato a “La lunga vita di Marianna Ucrìa” di Dacia Maraini, “In stato di grazia” è il terzo spettacolo della compagnia Oltremura, che dal 2015 ha come obiettivo quello di rendere il carcere luogo di cultura e di produzione teatrale.
Da oltre tre anni l’associazione Mosaico realizza un laboratorio di teatro permanente con circa ottanta donne di diverse nazionalità ed età, detenute della sezione femminile della Casa Circondariale Antonio Lo Russo Pagliarelli di Palermo.
Volti, corpi, storie e stralci di poesia si fondono in un’unica voce che in silenzio precipita buia, senza quiete, verso un matrimonio che si deve celebrare.
Marianna, madre che piange la morte del figlio, moglie che cerca la via di fuga dalla costrizione, rincorre il tentativo di andare oltre se stessa, di sentirsi altrove, per poi trovarsi nuovamente immutata, dissimile, replicabile, come carta ricalcabile.
Le performer in scena non recitano, ma incarnano le qualità di Marianna per rilanciare al pubblico l’interrogativo su una possibile soluzione.
Difficile dire dove finisce la vita di Marianna e dove cominciano le autobiografie delle attrici di quest’opera che è al tempo stesso momento di verità e riflessione sulla loro condizione.
Foto in copertina di Francesco Paolo Catalano