U Principuzzu Nicu
liberamente tratto da Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry
con Giovanni Calcagno, Luca Mauceri, Salvatore Ragusa
regia Giovanni Calcagno
musiche Luca Mauceri
scene Salvatore Ragusa, Ignazio Vitali
luci Salvo Pappalardo
produzione La Casa dei Santi
La lingua siciliana e quella italiana si fondono nella drammaturgia e nelle rime di U Principuzzu Nicu, la riscrittura in versi che Giovanni Calcagno ha liberamente tratto dal capolavoro di Antoine de Saint-Exupéry.
«Quando si legge Il Piccolo Principe – afferma Calcagno – ci si chiede spesso se sia una favola scritta per gli adulti o per i ragazzini. Tale ambiguità rende il racconto misterioso e inafferrabile: in questo senso, i viaggi dell’aviatore e del piccolo principe non sono solo spostamenti geografici o interstellari, ma anche avventure ed esplorazioni nei mondi interiori dell’uomo. Proprio per questo il libro di Saint-Exupéry porta con sé un insegnamento speciale. Tutto ciò ci è stato trasmesso dall’autore attraverso una storia che è semplice come i racconti dei nostri nonni. Questa semplicità è uno degli aspetti del testo originale che ho voluto maggiormente salvaguardare».
Lo spettacolo vive di atmosfere ed emozioni create con essenzialità e rigore. L’unico elemento scenografico è l’aereo incidentato dell’aviatore precipitato nel deserto.
«È un aereo – spiega Calcagno – composto da pezzi che mi ricordano le costruzioni di legno che trovavo dai miei nonni. Un aereo “a pezzi”, che diventa un mondo capace di rievocare i tanti mondi del viaggio del piccolo principe. È al contempo un oggetto-metafora di un percorso interiore, perché alla fine sarà “riparato” dal lavoro che i due protagonisti avranno compiuto nel corso di questo incontro. Entrambi saranno così pronti a ripartire, seppure per destinazioni diverse».