La belva giudea
di Gianpiero Pumo
regia Gabriele Colferai
con Gianpiero Pumo
produzione Teatro Biondo Palermo
in collaborazione con Dogma Theatre Company
Cinque capitoli, cinque round che attraverso la boxe raccontano la storia vera della “Belva Giudea”. È questo il nome che fu dato ad Herzko Haft durante la sua carriera da pugile nei campi di concentramento tedeschi. Internato alla sola età di quattordici anni, Herzko non si è mai arreso al suo destino e ha combattuto il nazismo guidato dall’amore per Leah. Dotato di una buona stazza muscolare e una notevole resistenza fisica, venne scelto da un ufficiale delle SS come “volontario” per incontri di boxe fra prigionieri. Herzko vinse 75 incontri. Una volta libero, sbarcò in America sotto il nome di Harry Haft per ritrovare Leah. Doveva far apparire il suo nome su tutti i giornali per farle sapere che anche lui era fuggito negli States. E c’era un solo modo per farlo: sconfiggere il campione del mondo dei pesi massimi, Rocky Marciano. La storia privata di Harry rappresenta problematiche più che mai attuali: leggi basate sulla razza, l’accoglienza di chi fugge
dalla guerra, la spettacolarizzazione della violenza. L’impostazione cinematografica dello spettacolo permette allo spettatore di percepire l’attualità di questa storia. La boxe restituisce al protagonista la dignità che in Europa gli era stata negata. Nonostante la violenza in esso connaturata, questo sport non fa distinzione di razza, di credo religioso o paese di provenienza. Sul ring tutti sudiamo allo stesso modo. Tutti sanguiniamo allo stesso modo.