sala grande
24 febbraio - 5 marzo 2017
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Il flauto magico

secondo l’Orchestra di Piazza Vittorio
di W.A. Mozart

ispirato all’opera in due atti di Wolfgang Amadeus Mozart
direzione artistica e musicale Mario Tronco
elaborazione musicale Mario Tronco e Leandro Piccioni
acquerelli, animazione e scene Lino Fiorito
disegno luci Daniele Davino
costumi Ortensia De Francesco
fonico di sala Angelo Longo
datore luci Andrea Rocchi
backliner e direzione tecnica Lorenzo Policiti
proiezionista Daniele Spanò
costumista Katia Marcanio
produzione esecutiva Pino Pecorelli per Vagabundos s.r.l
da una produzione originaria Fondazione Romaeuropa e Les Nuits de Fourvière

Personaggi e interpreti
Houcine Ataa (Tunisia) voce – Monostatos
Peppe D’Argenzio (Italia) sax baritono e soprano, clarinetti
Omar Lopez Valle (Cuba) tromba, flicorno – Narratore
Awalys Ernesto Lopez Maturell (Cuba) batteria – Tamino
Kyung mi Lee (Corea del Sud) violoncello – Dama
Carlos Paz Duque (Ecuador) voce, flauti andini – Sarastro
Sanjay Kansa Banik (India) tablas – voce
Pino Pecorelli (Italia) contrabbasso, basso elettrico – Ragazzo
Leandro Piccioni (Italia) pianoforte e tastiere
Raul Scebba (Argentina) vibrafono, percussioni, timpani – Sacerdote
El Hadji Yeri Samb (Senegal) voce, djembe, dumdum, sabar – Papageno
Dialy Mady Sissoko (Senegal) voce, kora – Ragazzo
Ziad Trabelsi (Tunisia) oud, voce – Messaggero della Regina della Notte
Emanuele Bultrini (Italia), chitarre – Ragazzo
Mario Tronco  (Italia) – Direttore 

e i musicisti ospiti
Maria Laura Martorana (Italia) voce – Regina della Notte
Violetta Zironi (Italia) voce, chitarra – Pamina


Ispirandosi all’opera di Mozart, l’Orchestra di Piazza Vittorio esce dalla buca, sale sul palcoscenico e trasforma i suoi musicisti nei personaggi di un Flauto magico contemporaneo. L’opera smette i panni di mero spartito, si affranca dalla pagina scritta e viene elaborata come una favola musicale tramandata in forma orale e giunta in modo diverso a ciascuno dei musicisti. E come accade ogni volta che una storia viene trasmessa di bocca in bocca, le vicende e i personaggi si trasformano e la musica si allontana dall’originale.

Non si tratta dell’esecuzione integrale dell’opera, le melodie sono riconoscibili, ma vengono scarnificate, ridotte all’essenziale e intrecciate, mescolate a brani originali dell’Orchestra. Il lavoro sulla partitura ha fatto confluire in essa generi di varia provenienza, dal folk, al reggae, alla musica classica, passando per il pop e il jazz. Allo stesso modo, anche l’ambientazione dell’opera si fa caleidoscopica: se il Flauto di Mozart si svolgeva in un Egitto fantastico, quello dell’Orchestra è ambientato nella società multirazziale dei nostri tempi, ma senza precisi riferimenti alla geografia reale, un luogo che è un non-luogo o tutti i luoghi possibili. In questa nuova Babele è la musica il linguaggio universale. DEFalmanacco

 
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