Centoventisei
di Claudio Fava ed Ezio Abbate
regia Livia Gionfrida
con David Coco, Naike Anna Silipo, Gabriele Cicirello
produzione Teatro Biondo Palermo / Teatro Stabile di Catania
Protagonista silenziosa di questa insolita pièce, che si dipana tra cronaca, dramma sociale e commedia dell’assurdo, è una Fiat 126, che la mafia decide di rubare per compiere un attentato, uno di quelli tristemente passati alla storia.
Gasparo (e non Gaspare, “perché a Palermo i nomi dei maschi devono finire con la o”) è il killer incaricato del furto, che realizzerà con la complicità del picciotto Iachino, “apprendista mafioso”.
In un contesto di degrado sociale talmente estremo da apparire surreale, tra colpi di scena e imprevisti – dovuti anche al fatto che Cosima, moglie di Gasparo, è convinta che le sue gravidanze si interrompano sistematicamente ogni volta che il marito commette un omicidio – si snoda una vicenda dai contorni ad un tempo macabri e grotteschi.
Il testo di Claudio Fava indaga, da una prospettiva storica del tutto inedita, minima, addirittura sarcastica, uno degli eventi più importanti della storia italiana dell’ultimo trentennio. Lo fa disegnando le personalità dei “pesci piccoli” dei clan mafiosi, quelli a cui viene dato il più semplice tra tutti gli incarichi. La loro quotidianità aberrante si rivela pian piano come l’assurdo terreno su cui si gioca la strategia stragista del biennio ’92-’93.